Oggi il bunker ha un’aria diversa. Non ti servo l’ennesimo tool scintillante, ma la porta stessa da cui entri ogni giorno nel web: il browser. Quell’oggetto che usi senza pensarci, come una tazzina che tieni in mano da sempre. Solo che ora quella tazzina non è più vuota: si è riempita di AI.
E la differenza è enorme.
Non sei più tu a dover cliccare, cercare, copiare, incollare. Il browser inizia a vedere, capire e agire. Diventa un collega digitale, capace di chiuderti tab inutili, riassumerti email, compilare form a voce o addirittura pianificarti l’intera settimana.
In questa edizione ti mostro perché questi AI browser non sono un gadget da nerd, ma la vera rivoluzione silenziosa di come lavoriamo online. Ti porto dietro il bancone di Comet by Perplexity, ti faccio assaggiare la prudenza di Claude per Chrome, e ti lascio con qualche trucco pratico.
Ah, e non perderti il finale: ho messo sul bancone anche un regalo speciale per te il modo di sbloccare 200€ di Perplexity Pro gratis per i prossimi 12 mesi.
Un’ultima nota personale: questa puntata arriva con due giorni di ritardo. Il barista non è stato bene, la salute mi ha costretto a rallentare un attimo. Ma come vedi, anche se con qualche giorno di ritardo, la tazzina calda è arrivata lo stesso sul bancone.
Preparati: oggi non navighi più Internet.
Oggi ci lavori insieme.
💡 Pensiero del giorno
Internet era un’enciclopedia infinita. Oggi diventa un barista che ti conosce: non ti porta 300 pagine, ma il bicchiere giusto al momento giusto.
🧪 AI in azione: Dentro la nuova sala comandi del web
Metti via la nostalgia per Chrome e gli altri vecchi compagni di viaggio: oggi il vero bancone si apre dentro il browser. Non più una semplice finestra sul web, ma un assistente che legge, capisce e agisce al posto tuo. È qui che l’AI smette di essere un gadget e diventa l’interfaccia stessa con cui lavoriamo online.
Introduzione ai browser AI
Per anni il browser è stato come il bancone di un bar affollato: ordinavi una cosa alla volta, cercavi di farti capire tra mille voci, e poi toccava a te sistemarti il vassoio, versare il caffè e raccogliere le briciole. Un contenitore neutro: apri tab, digiti, clicchi. Punto.
Con l’arrivo dei browser potenziati dall’AI cambia radicalmente lo scenario. Non parliamo più di un semplice bicchiere che riempi da solo, ma di un barista digitale che ti ascolta, comprende il contesto e si muove per te. Dalla gestione delle email alla compilazione dei form, dalla sintesi dei documenti allo shopping intelligente, fino alla ricerca in tempo reale su più fonti: il browser non è più una porta d’ingresso, ma un collega operativo che abita fianco a fianco con te.
Questa trasformazione ha un impatto più grande di quanto sembri. Pensaci: il browser è la piattaforma dove trascorri la maggior parte del tuo tempo lavorativo. Non è una “nuova app” che usi quando ti ricordi, è il tessuto stesso della tua giornata digitale. Se quel tessuto diventa intelligente, ogni minuto sprecato in routine può diventare produttività recuperata.
C’è però un altro punto, più sottile ma altrettanto potente: la qualità dell’attenzione. Un browser che filtra il rumore, ti mostra solo ciò che conta e compie azioni in autonomia, non ti fa solo risparmiare tempo. Ti restituisce focus, energia mentale, la sensazione di non essere costantemente intrappolato in mille tab aperte. È un cambio di paradigma che tocca sia la produttività che il modo in cui percepisci il tuo lavoro online.
In altre parole: non navighi più il web come un turista che salta da una vetrina all’altra. Collabori con il web come con un team-mate digitale, che sa eseguire, organizzare e perfino suggerire.
Perché rivoluzionano la navigazione
Per capire la portata del cambiamento dobbiamo fare un passo indietro: internet, fino a ieri, era un’enorme biblioteca self-service. Entravi, ti perdevi tra scaffali infiniti, cercavi il titolo giusto e speravi che il bibliotecario (Google) ti puntasse nella direzione corretta. Il browser era solo la porta girevole d’ingresso.
Con i browser AI, quella porta si trasforma in una sala comandi interattiva. Non cerchi più e basta: parli, chiedi, deleghi. Non sei tu che ti adatti al linguaggio delle macchine, ma è il browser che capisce il tuo contesto e orchestra le azioni.
Ecco perché parliamo di rivoluzione:
Dal click all’azione diretta → non “cerchi un volo”, ma chiedi di trovarlo e prenotarlo.
Dal caos al focus → niente più decine di tab aperte, il browser gestisce, riordina e ti restituisce solo ciò che serve.
Dall’informazione alla decisione → non leggi articoli interi per estrarre due dati: il browser li sintetizza e ti propone già una scelta.
Dall’utente solitario al team digitale → non sei più da solo davanti allo schermo: hai un assistente che lavora con te.
Il punto non è “fare le stesse cose più velocemente”, ma fare cose nuove che prima non erano nemmeno immaginabili. Automatizzare compiti che nessuno avrebbe affidato a un browser, trasformare un’interfaccia passiva in uno strumento che prende iniziativa, farti passare da “smanettone multitasking” a stratega che delega.
Questa è la vera promessa: non più ore perse in micro-azioni ripetitive, ma la possibilità di usare il web come se avessi sempre accanto un assistente personale — veloce, contestuale, infaticabile.
Comet: il gioiellino di Perplexity
Tra tutti i nuovi browser AI, quello che mi ha convinto di più sul campo è Comet, sviluppato da Perplexity. Non parliamo di un add-on attaccato a Chrome, ma di un browser progettato dall’inizio per ragionare e agire come un assistente digitale integrato.
📌 Cosa significa in pratica?
Che non ti limiti più a “navigare”, ma puoi parlare al browser come se fosse un collaboratore. Comet capisce il contesto della pagina, può leggere quello che stai vedendo, ricordarsi cosa hai fatto e compiere azioni complesse senza che tu debba cliccare o copiare link. È come se il bancone del bar si fosse allungato dentro ogni scheda che apri: tu ordini, lui serve.
⚡ Funzionalità principali (che ho testato davvero)
Inbox Hygiene
La posta non è più una trappola. Gli chiedi: “Mostrami le email degli ultimi due giorni che richiedono risposta”, e ti prepara un recap ordinato con le priorità. Puoi anche farlo disiscrivere dalle newsletter che non leggi mai, o chiedere una bozza di risposta pronta da rifinire.
Oppure puoi chiedere: “Mostrami tutte le email scambiate con [nome azienda] negli ultimi sei mesi” e lui ti prepara un report ordinato, con timeline e recap dei punti principali. Non serve più scavare manualmente nella posta: hai una cronologia pronta all’uso.
→ Effetto: casella pulita, tempo guadagnato, meno ansia.Pianificazione settimanale intelligente
Dai in input i tuoi obiettivi e i task per i prossimi giorni, e il browser li trasforma in una settimana strutturata. Divide le attività per priorità e durata, incastra slot nel calendario, ti propone blocchi di lavoro coerenti con la tua disponibilità.
→ Effetto: agenda pronta in pochi secondi, meno stress da pianificazione, focus sulle priorità reali.Tab Management Avanzato
Se sei uno di quelli che vive con 47 tab aperte (colpa mia alzo la mano ✋), Comet diventa il tuo portiere. “Chiudi tutte le schede con articoli già letti” oppure “Riapri le ultime 15 tab del mio storico di ieri”. Puoi anche chiedergli di riordinare schede per argomento.
→ Effetto: addio giungla di tab, focus ristabilito.Ottimizzazione copy in tempo reale
Mentre scrivi una landing page, un post LinkedIn o qualsiasi contenuto online, puoi attivare un agente Comet che analizza il testo direttamente nella pagina e ti suggerisce miglioramenti: tono, chiarezza, call to action, persino alternative di headline.
→ Effetto: copy più efficace subito, senza bisogno di tool esterni o feedback tardivi.Debug e ricerca nel codice di un sito
Sei dentro l’ispezione del browser (F12) e cerchi un dato nascosto? Gli chiedi di trovarlo e lui scansiona il codice, individua ciò che ti serve e ti restituisce il risultato senza farti perdere tempo tra righe infinite di HTML e script.
→ Effetto: troubleshooting più veloce, meno errori tecnici, più tempo per la strategia.Recap personalizzato dei video YouTube
Dopo aver guardato più video, puoi chiedere un riassunto degli ultimi contenuti visualizzati. Il browser crea un digest dei punti chiave, così puoi tenere traccia di ciò che hai imparato senza rivedere tutto.
→ Effetto: apprendimento più lineare, memoria a lungo termine potenziata, zero tempo sprecato a rivedere.Ricerca profonda nel tuo Drive
Non ricordi dove hai messo un file nel tuo cloud? Comet può scandagliare Google Drive o altri archivi collegati, trovare documenti sulla base di parole chiave o argomenti, e portarti direttamente alla cartella giusta.
→ Effetto: ritrovi file dispersi in pochi secondi, senza perdere mezz’ora tra cartelle e sottocartelle.Compilazione Form a Voce
Questa è magica: parli 30–60 secondi, spieghi cosa vuoi compilare, e lui completa application o moduli al posto tuo. Non più 30 minuti persi a riscrivere dati, ma un processo fluido.
→ Effetto: dalle pratiche noiose alla produttività in un sorso.Lead Generation Locale
Entri in Google Maps, chiedi: “Trova i ristoranti a Milano con più di 200 recensioni positive e prepara una bozza di email di contatto”. E lui ti serve il prospecting su un piatto d’argento.
→ Effetto: vendite e networking che partono da un comando vocale.
🔑 Perché Comet è diverso dagli altri
La chiave è che non vive in conflitto con te, ma lavora al tuo fianco. Non è un motore di ricerca travestito, è un browser che sa:
leggere il contesto di ciò che stai guardando,
ricordare cosa hai fatto nelle schede precedenti,
completare azioni che richiedono più passaggi,
proteggere privacy con ad-block integrati e cancellazione automatica dei dati dopo 30 giorni.
Insomma: mentre Chrome ti apre la porta del bar, Comet ti ci serve anche il caffè e ti porta il resto esatto sul bancone.
Claude per Chrome
Se Comet è come aprire un bar nuovo di zecca, Claude per Chrome assomiglia di più a infilare un barista esperto dentro la tua vecchia cucina. Non butti giù i muri: usi il browser che già conosci, ma con un assistente che si muove tra le pagine al posto tuo.
Claude vive come estensione integrata in Chrome, ancora in fase di ricerca, ma già con capacità concrete: leggere email, pianificare eventi in calendario, cercare appartamenti, persino compilare moduli. Lo fa sempre con un’attenzione particolare alla sicurezza: ogni volta che deve agire, ti chiede conferma. Puoi concedere permessi granulari (solo su un sito, o sempre per quel dominio) e avere così un controllo chiaro su ciò che l’assistente può o non può fare.
Il suo approccio tecnico è diverso da Comet: invece di parsare il codice HTML, spesso “vede” la pagina come uno screenshot e ragiona come faresti tu, cliccando pulsanti e leggendo testo visibile. Questo lo rende più robusto contro trucchetti nascosti (prompt injection), ma anche più lento. Fare un checkout con Claude richiede minuti, dove tu avresti impiegato uno.
C’è poi il tema delle limitazioni: Claude è prudente. Blocca molte web-app finanziarie, non esegue azioni rischiose se non dopo una doppia conferma, e ha sistemi per intercettare istruzioni malevole camuffate nel codice delle pagine. Nelle prove sul campo, il tasso di successo degli attacchi si è dimezzato (dal 23,6% all’11,2%) grazie a queste difese. Non è infallibile, ma ha una mentalità più “compliance-first” che “velocità a tutti i costi”.
In altre parole: Claude per Chrome è un copilota cauto e preciso. Non ti sorprende con gesti spettacolari, ma ti garantisce che i tuoi dati restino al sicuro e che ogni passo sia sotto controllo. Se Comet è la spinta all’acceleratore, Claude è la cintura di sicurezza che ti ricorda di allacciare.
Considerazioni finali
Dopo aver provato entrambi, la sensazione è chiara: non stiamo parlando di gadget, ma di un nuovo modo di abitare il web.
Comet/Perplexity è la spinta al turbo: azioni rapide, automazioni multi-step, voce che comanda e tab che obbediscono. È l’acceleratore che ti fa risparmiare ore, con la promessa di trasformare la giungla digitale in un’autostrada a corsia preferenziale.
Claude per Chrome è la cintura di sicurezza: più lento, più prudente, ma con regole di governance pensate per proteggere dati e contesto. È la scelta di chi lavora in ambienti dove fiducia e compliance vengono prima della velocità.
La verità? Non è una gara a chi è meglio. È come avere due strumenti diversi nell’arsenale del bunker: uno per correre, l’altro per stare al sicuro. La vera rivoluzione è che il browser non è più una cornice, ma una postazione di lavoro intelligente.
E qui sta il punto strategico: se il browser diventa il tuo copilota digitale, non basta “scaricarlo e provarlo”. Serve metodo: policy sui permessi, processi chiari, criteri su cosa automatizzare e cosa no. Altrimenti rischi di cadere nella trappola di usare l’AI come un giocattolo, invece che come una leva di produttività.
Il messaggio finale è semplice: il futuro della navigazione non è scegliere tra Comet o Claude. È imparare a usarli entrambi, dosando velocità e sicurezza, delega e controllo. Chi lo farà per primo, avrà un vantaggio competitivo enorme: più tempo, più focus, più energia per pensare invece che cliccare.
Cose che puoi fare già oggi
Vuoi capire se i browser AI sono davvero utili o solo un’altra moda? Provali su compiti concreti. Ecco una lista di azioni semplici che puoi replicare subito, senza training né manuali:
Chiudi e riordina tab in un click → digli di liberare il caos e ritrovati con solo le schede utili sullo schermo.
Recap della tua inbox → chiedi un riassunto delle ultime 48 ore di email, con le risposte urgenti già pronte da rifinire.
Compila un form parlando → racconta cosa ti serve in 30 secondi e guarda il modulo completarsi da solo.
Riassumi un video YouTube → niente più 40 minuti persi: ottieni in 1 minuto i tre concetti chiave.
Trova file nel tuo Drive → smetti di rovistare tra cartelle: chiedi direttamente “cercami la presentazione di maggio” e lui la porta a galla.Genera prospect locali → seleziona una zona su Maps, chiedi i contatti rilevanti e lascia che ti prepari la bozza di email.
Ottimizza un testo live → mentre scrivi una landing o un post LinkedIn, fallo analizzare e migliorare in tempo reale.
Queste non sono demo da conferenza: sono attività quotidiane che puoi testare già oggi. E sono solo l’inizio.
La chicca nascosta: 12 mesi gratis
Come se non bastasse, c’è un bonus che vale un brindisi al bancone: per un periodo limitato, grazie a una partnership con PayPal, puoi avere 12 mesi di Perplexity Pro gratis. Tradotto: un anno intero di accesso al meglio di Perplexity e all’AI browser Comet senza mettere mano al portafogli.
È un’offerta disponibile in mercati selezionati (Italia inclusa da verificare), che si attiva direttamente via app PayPal o al checkout. In pratica: niente abbonamenti da testare a singhiozzo, ma un pass gratuito per vivere il futuro della navigazione per un anno intero.
Il valore è di circa 200$, ma il vero punto non è il prezzo: è l’occasione di mettere le mani sul nuovo paradigma senza barriere d’ingresso. Provare per credere, e soprattutto per capire come un browser che agisce al posto tuo può trasformare la tua operatività quotidiana.
Trovi qui il link per accedere: https://www.perplexity.ai/join/p/paypal-subscription
📌 Prompt espresso: Inbox Recap
Il browser AI non serve solo a chiudere tab o riassumere articoli: può diventare il tuo segretario personale dentro la casella di posta.
Sai quella sensazione da giungla digitale, quando apri Gmail e ti travolge una valanga di messaggi non letti, newsletter, risposte che ti sei dimenticato di mandare? Ecco, qui l’AI si trasforma nel barista che ti mette ordine sul bancone: seleziona le email che contano, spazza via lo spam e ti prepara già un vassoio con le bozze di risposta.
In questa edizione il nostro Prompt Espresso serve proprio a questo: trasformare la tua inbox da incubo a routine gestibile in pochi secondi.
Analizza tutte le email ricevute nelle ultime 48 ore.
Organizza il risultato in tre sezioni:
1. 📌 Urgenti → Elenca le 3 email più critiche che richiedono una risposta immediata.
- Specifica mittente, oggetto, sintesi in max 2 frasi.
- Se rilevi follow-up mancati, scrivi “RISPOSTA MANCANTE”.
2. 🗑️ Archiviare → Indica fino a 5 email che possono essere archiviate o ignorate.
- Riassumi in una riga.
- Spiega brevemente perché non servono.
3. 🚫 Disiscrizioni → Individua newsletter o notifiche ricorrenti da cui potrei disiscrivermi.
- Includi il nome del mittente e la frequenza (se rilevabile).
👉 Formatta l’output come elenco puntato chiaro e sintetico.
👉 Usa un tono pratico e diretto, come se stessi preparando la mia to-do list della giornata.
☢️ Humor radioattivo
E con questo, anche la puntata di oggi è servita.
Abbiamo messo sul bancone un browser che non si limita a mostrarti il web, ma che si muove dentro il web al posto tuo. Comet con la sua velocità, Claude con la sua prudenza: due facce di una stessa rivoluzione silenziosa che cambierà il nostro modo di lavorare online.
Il consiglio è semplice: prova almeno un paio delle azioni che hai letto qui sopra. Non per moda, ma per sentire sulla pelle cosa significa passare da “navigare” a collaborare con il web.
Il barista magari non sempre arriva puntuale, a volte tossisce e si prende una pausa forzata. Ma puoi contare su una cosa: ogni settimana, sul bancone troverai un espresso caldo di AI che funziona davvero.
Alla prossima ☕
Matt
P.S. Se conosci qualcuno che si sta ancora chiedendo da dove cominciare…
Portalo qui. La prima tazza gliela offriamo noi.
Matteo,
come sempre i tuoi articoli sono iper interessanti, sto provando perplexity pro, non conoscevo l'estensione di claude ma la terrò presente per il futuro.
Tuttavia la mia perplessità è: che fine fanno i nostri dati ora che li abbiamo "regalati" alla AI di turno?
Certo facevamo lo stesso già con i social, ora non solo diamo i nostri dati ma deleghiamo le nostre azioni automatizzandole (con cognizione di causa?).
Come amante della tecnologia e nerd non posso che essere entusiasta di questi nuovi sviluppi.
Come (ex) programmatore non mi fido dei programmi e ho dei dubbi nel delegare a un software alcune azioni "sensibili".
Il tempo ci dirà come andrà a finire.